Dom. Dic 22nd, 2024

È stato presentato ieri, nel corso dell’assemblea dei produttori cerealicoli di Coldiretti Caserta, il progetto “Valorizzazione del Frumento duro prodotto nel casertano”.
La cerealicoltura in provincia di Caserta vanta antiche tradizioni soprattutto nell’areale dei comuni che vanno dell’Agro Aversano fino all’area cosi detta dei Mazzoni.

La coltura del Grano duro a Caserta ha vissuto in passato momenti di notevole importanza sia in termini quantitativi, che qualitativi dando concrete occasioni di reddito alle imprese agricole, tant’è che fino agli inizi degli anni 90 l’allora Consorzio Agrario di Caserta nelle strutture di San Nicola la Strada ammassava fino a 100.000 quintali annui.

Dopo un lungo periodo di declino, dovuto alla scomparsa del CAP – unica forma organizzata di aggregazione della produzioni agricole -, ed alla riforma della Politica Agricola Comunitaria dell’inizio degli anni 90, che ha profondamente e negativamente mutato le abitudini colturali degli imprenditori agricoli, il rinnovato interesse, anche di alcune industrie di trasformazione, verso i prodotti del territorio e il Made in Italy ha risvegliato l’attenzione degli imprenditori agricoli verso questa produzione, anche sulla spinta della nuova attenzione dei consumatori verso prodotti certificati e tracciati.

Il superamento di tale situazione richiede, pertanto, dei sostanziali cambiamenti di tipo culturale e organizzativo all’interno della filiera. Tali cambiamenti dovranno coinvolgere tutti gli operatori del settore ed in particolare il mondo della commercializzazione e dello stoccaggio.
Infatti, gran parte del grano campano viene ancora stoccato alla rinfusa e non viene sottoposto ad alcun controllo qualitativo prima della sua commercializzazione (le uniche analisi che si eseguono riguardano l’umidità e il peso ettolitrico della granella).

Pertanto, partite qualitativamente interessanti (elevato colore, buon livello proteico, buone caratteristiche del glutine ecc.) vengono miscelate a partite scadenti con un conseguente deprezzamento complessivo della granella. In questo modo non si riescono a soddisfare né le richieste più semplici avanzate da semolieri e pastai né quelle più complesse.
Il Progetto “Valorizzazione del Frumento duro prodotto nel casertano” intende affrontare, limitatamente al territorio casertano, alcune delle problematiche sopra sintetizzate.

In particolare, si propone di aumentare la disponibilità di lotti uniformi di Grano duro di qualità attraverso lo sviluppo di accordi di coltivazione e stoccaggio per varietà di alta qualità; riorganizzare l’offerta a partire dalla stipula di contratti di coltivazione tra le imprese di trasformazione, strutture di stoccaggio e imprese agricole in modo da stabilizzare i prezzi e i ricavi; migliorare il livello qualitativo della materia prima grazie alla diffusione di varietà competitive per parametri tecnologici (proteine, glutine, colore); sviluppare interventi di assistenza tecnica miranti a favorire l’ottenimento di elevate rese ad ettaro e a migliorare il livello qualitativo della granella prodotta (elevato peso ettolitrico, elevato tenore proteico, ecc.).

Dopo una lunga serie di incontri con le varie componenti della filiera , comprese le primarie industrie di trasformazione presenti sul territorio campano, Coldiretti Caserta ha raccolto l’interesse delle parti a produrre accordi di filiera (Imprese cerealicolestrutture di stoccaggiopastifici) che attraverso l’assistenza tecnica, la formazione e l’utilizzo di un esplicito disciplinare di produzione possano promuovere redditi adeguati alle imprese.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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