Corrado Barberis, presidente dell’Insor, Istituto nazionale di sociologia rurale; Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia; Gianfranco Vissani, grande cuoco e gastronomo; Beppe Bigazzi, giornalista e conduttore televisivo di Raiuno, sono alcuni dei protagonisti della tavola rotonda dal titolo «Insieme per difendere l’agricoltura nell’isola d’Ischia! Cibo, ambiente e identità locale», che si svolgerà il prossimo venerdì 2 ottobre alle ore 16.30 sulla terrazza panoramica della trattoria Il Focolare, trasformata per l’occasione in sala delle conferenze, nella suggestiva oasi naturalistica del vulcano spento del Cretaio, nell’isola d’Ischia.
L’incontro è organizzato da Riccardo d’Ambra, fiduciario della condotta Slow Food di Ischia e Procida e dall’associazione Green Ground Il Terreno Verde®, con il sostegno e la collaborazione dell’azienda vinicola Arcipelago Fratelli Muratori. I lavori saranno introdotti e coordinati dal giornalista enogastronomo e scrittore Ciro Cenatiempo, e prevedono la partecipazione, tra gli altri, dei rappresentanti del Noe (Nucleo operativo ecologico) e del Nas (Nucleo antisofisticazioni) dell’Arma dei carabinieri; delle agronome Paola Muraro e Silvia d’Ambra; nonché di ospiti di prestigio tra studiosi, esperti e specialisti della comunicazione.
«Il coniglio da fossa, i fagioli zampognari, gli ortaggi, gli agrumi e il vino costituiscono alcune delle eccellenze territoriali di un’isola famosa come località di villeggiatura che, caratterizzata da un meraviglioso patrimonio naturalistico, negli ultimi cinquanta anni sembra aver smarrito – spiega Riccardo d’Ambra – la consapevolezza della propria straordinaria peculiarità agricola, che ne ha consolidato la storia millenaria nel contesto della proteiforme civiltà mediterranea. È una identità forte che va tutelata e rilanciata in un ambito internazionale. L’appello, sottoscritto da Barberis, Burdese, Vissani, Bigazzi e molti altri è rivolto soprattutto agli abitanti, ed è allargato in modo simbolico alle piccole isole d’Italia, affinché sappiano riscoprire e rendere produttiva, in termini ecosostenibili, la ricchezza dei valori del passato in una prospettiva futura. Una prospettiva che non può essere segnata da uno sviluppo turistico unidirezionale».