Prendete il vino principe dei rossi irpini, un’annata controversa come la 2005, 40 giornalisti accreditati dall’Italia e dall’estero, trentasette aziende partecipanti, oltre tremila persone provenienti da tutto il centro-sud, circa 500 bottiglie movimentate, una cena di benvenuto, due convegni e un master di degustazione di livello nazionale. Otterrete in sintesi quel che i numeri raccontano della settima edizione di Anteprima Taurasi, evento dedicato alla Docg più conosciuta del meridione.
Una rassegna che, mai come quest’anno, è sembrata incarnare il carattere della vendemmia presentata. La 2005, infatti, si è configurata fin dalla vigilia come un millesimo estremamente contraddittorio, di difficile lettura, in virtù di un andamento stagionale con alcuni momenti critici e una situazione di partenza caratterizzata da grande eterogeneità. Già nelle settimane precedenti si immaginava l’impatto con un’annata difficile, dura e austera, a causa soprattutto degli elevati livelli di acidità, con molti vini in evoluzione ma anche potenzialmente in grado di uscire bene alla prova del tempo. Una previsione confermata dagli assaggi, a partire da quelli effettuati dalla commissione tecnica di valutazione, presieduta dal professore Luigi Moio, che ha attribuito un rating di quattro stelle (annata ottima), puntando soprattutto sull’estrema gioventù dei nuovi Taurasi testati e prendendo atto di una qualità media in continua crescita.
Le indicazioni del gruppo di esperti operanti sul territorio irpino sono state presentate nel tardo pomeriggio di sabato 7 nel corso di un incontro con i giornalisti invitati all’Anteprima, durante il quale si è parlato diffusamente degli aspetti climatici, produttivi ed enologici dell’annata 2005 ma anche di identità stilistica, promozione, penetrazione dei mercati. Il giudizio “ufficiale” sulla nuova annata è stato immediatamente sottoposto ad una sorta di controprova in occasione della degustazione riservata alla stampa di settore di domenica mattina. Oltre 40 giornalisti hanno assaggiato 51 campioni tra Taurasi e Aglianico (declinato nelle sue varie forme), e al termine della degustazione hanno compilato una dettagliata scheda di valutazione, soffermandosi su aspetti come l’identità varietale dei vini testati, la loro complessità aromatica, la qualità dei tannini, la loro struttura e soprattutto la loro presumibile capacità di invecchiamento. Le considerazioni espresse dai giornalisti hanno per molti versi riflettuto le difficoltà di lettura dell’annata, evidenziando pareri e conclusioni a volte molto diverse. In definitiva, però, la maggior parte degli intervenuti ha confermato l’identikit di un millesimo prospettico, molto interessante da un punto di vista aromatico, assai più difficile in questa fase da un punto di vista gustativo, collocabile al momento in un range tra il buono e l’ottimo. Tre stelle e mezzo: in definitiva potrebbe essere questa la sintesi valutativa della critica enologica intervenuta all’Anteprima di quest’anno, ma sarà come sempre il tempo ed eventuali retrospettive a chiarire la reale forza e dimensione della vendemmia 2005.
Archiviata la sezione tecnica della rassegna, nel pomeriggio di domenica è toccato ad operatori e appassionati confrontarsi con i primi assaggi della nuova annata. Nel cortile del Castello Marchionale è stata allestita una tensostruttura dove le trentasette aziende hanno potuto accogliere i visitatori e raccontare direttamente le loro creature. Di gran lunga superiore a qualunque aspettativa il flusso di persone accorse nel piccolo borgo della Valle del Calore: oltre tremila i partecipanti stimati, provenienti da tutto il centro-sud, di cui circa 700 operatori invitati dal Consorzio di Tutela e altrettanti rappresentanti delle principali associazioni enogastronomiche.
Un’affluenza importante, che testimonia il radicamento ogni edizione più forte della rassegna taurasina nell’ideale calendario di operatori e appassionati, ma che allo stesso tempo ha messo a dura prova la struttura organizzativa e la location, non preparata ad accogliere un numero così alto di persone. Nonostante i disagi dovuti all’affollamento, è certamente da sottolineare l’entusiasmo e l’energia con cui gli ospiti si sono riversati nel cortile del Castello Marchionale discutendo e confrontandosi sugli assaggi più soddisfacenti. Insieme al bicchiere e alla brochure con le aziende, i visitatori hanno ricevuto una scheda per votare il loro vino preferito. Una novità di questa edizione di Anteprima Taurasi che ha riscontrato grande simpatia e che ha portato ad un risultato sorprendente. Sovvertendo ogni pronostico, il Taurasi più votato di quest’anno è stato il Poliphemo ’05 di Luigi Tecce, giovane e simpaticissimo vigneron in quel di Paternopoli. Una piccola cantina esordiente che proprio con il 2005 presentava il primo Taurasi della sua recente storia. A completare il podio dei Taurasi il sempre amato Vigna Cinque Querce ’05 di Salvatore Molettieri e il Vigna Macchia dei Goti ’05 di Antonio Caggiano. Tra gli Aglianico è quasi un trionfo per il Terre d’Eclano ’05 di Quintodecimo, la piccola tenuta-chateau del professor Moio a Mirabella Eclano. Sommando i voti ricevuti dal Taurasi e dall’Aglianico, invece, la spunta un’altra new entry assoluta: parliamo dell’azienda Il Cancelliere di Montemarano, piccola realtà che aggiunge nuovi argomenti al racconto di una sottozona particolare come quella di Montemarano-Castelfranci e si aggiunge ad un gruppo in continua crescita.
Le Opinioni dei Giornalisti
Gianni Fabrizio, vice curatore di Vini d’Italia di Gambero Rosso-Slow Food: “La degustazione mette in evidenza una prevalenza di vini bisognosi di affinamento, che potranno giovarsi di un buono e a volte lungo invecchiamento. Il punto di debolezza è una certa disomogeneità produttiva, con qualche vino rustico e impreciso che porta verso il basso una media, nella quale spiccano pochi grandi vini ma di livello assolut”o.
Roberto Giuliani, Lavinium: “Il profilo aromatico estremamente floreale, minerale, balsamico fa capire subito che si tratta di un’annata di estrema freschezza, ancora scorbutica. L’acidità spicca in molti casi ma si percepisce mediamente una buona materia che lascia presupporre un futuro più bilanciato ed interessante. E’ un verticalità e rigidità non statica, ma dinamica. Le eccellenze sono poche ma anche i vini di basso livello”.
Riccardo Brandi, Acquabuona: “Il giudizio complessivo si divide tra il buono e l’ottimo. Il quadro olfattivo è di grande interesse per profondità e ampiezza, il tempo potrà rendere eccellenti le risposte gustative di molti vini oggi un po’ troppo ruvidi per via di tannini a dir poco vigorosi”.
Richard Baudains, Decanter: “In questo momento prevalgono vini squilibrati per acidità, in alcuni casi con tannini di buona qualità ma con poco frutto. Pochi i punti di eccellenza, malgrado vinificazioni di buona fattura. Nel complesso, comunque, un’annata per ora meno attraente della 2004, di cui è difficile prevedere l’evoluzione in bottiglia”.