Mer. Dic 18th, 2024

«Le OO.SS hanno richiesto un incontro con gli assessorati Caccia e Pesca e Agricoltura per evidenziare la grave crisi che sta colpendo il settore pesca dell’intera provincia di Salerno ed in particolare la grave situazione della pesca del tonno rosso, grande tipicità della provincia, che vede la preoccupante perdita di circa 400 lavoratori diretti. Per questo chiediamo l’istituzione di un tavolo di crisi permanente presso l’Ente Provincia».

È la dichiarazione condivisa da Giuseppe Carotenuto della Flai Cgil, Carmine Santese della Fai-Cisl e Andrea Cioffi della Uila-Uil, che hanno incontrato questa mattina presso l’ufficio dell’assessorato alla Protezione Civile della Provincia di Salerno gli assessori Carmine Cennamo e Corrado Martinangelo. All’incontro hanno preso parte anche i rappresentanti delle associazioni professionali di categoria. Per la Confcooperativa-Federcoopesca era presente Giovanni Ferrigno, per la O.P. per “Sulla Rotta di Ulisse” Ivo Gentile Pellegrino, per gli Armatori del Tonno di Salerno Salvatore De Crescenzo. Questi ultimi hanno consegnato una dettagliata relazione con ulteriori dati tecnici che si aggiungono ad aggravare la già insostenibile crisi economica delle aziende e la conseguente messa in discussione dei posti di lavoro.

«Ribadiamo la crisi del settore tonno dovuta in particolare alle raccomandazioni Icat (Istituto internazionale che assegna le quote del settore tonno rosso) che per le stagioni di pesca 2009-2010 ridurrà prima del 23% la campagna di pesca 2009 e di un ulteriore 7% la campagna di pesca 2010. Vi è inoltre una riduzione sensibile dei periodi di pesca. Il fermo pesca era di 6 mesi nel 2008, mentre da quest’anno è di 10 mesi (la data di inizio e fine pescato è dal16 aprile 2009 al 14 giugno 2009). Oltretutto le imbarcazioni adibite alla pesca del tonno non possono essere riconvertite né usate per altro tipo di pesca e le restrizioni del periodo sopra indicato rendono economicamente insostenibile questo tipo di attività».

L’assessore Carmine Cennamo ha dichiarato: «Do il mio avvallo alla richiesta di istituire un Centro di Crisi Permanente presso la Provincia di Salerno affinché le rimostranze dei lavoratori del comparto pesca siano colte nella loro gravità e affinché questa non resti solo la protesta del momento. Come assessore al ramo ritengo di dover fare tutto il possibile per andare fino in fondo nella vicenda e farmi da rappresentante delle vicissitudini di centinaia di lavoratori a rischio licenziamento. Per tale motivo interverremo coinvolgendo le forze politiche regionali e nazionali».

Per l’assessore Corrado Martinangelo: «Gli amministratori di un Ente, al di là delle specifiche competenze, hanno il dovere di accompagnare determinati processi verso una soluzione. La pesca oltretutto è un valore tipico del territorio salernitano e la nostra economia non potrebbe farne a meno. Credo inoltre che tra impresa e lavoratore sia necessario un rapporto saldo, fiduciario per un corretto funzionamento del sistema pesca. Condividendo le problematiche e le necessità di intervento possiamo lavorare a favore di una lobby che in positivo ritorni a valorizzare il comparto pesca. Attendiamo di confrontarci con gli assessori regionali Gabriele e Cozzolino nonché con il ministro Zaia per individuare immediate azioni di intervento».

Di Alessandro Tartaglione

Direttore Responsabile di Campania Slow | Contatto Facebook: http://www.facebook.com/a.tartaglione

6 pensiero su “Crisi della pesca salernitana e del tonno rosso”
  1. SAREBBE STATO MEGLIO FERMARE LA PESCA PER 2 O 3 ANNI PER POI RIPRENDERLA REGOLARMENTE FINO AL 30 GIUGNO E CON GLI AEREI …..CHE A QUESTE CONDIZIONI, GRAZIE ALL’ IGNORANZA E ALLA MANIA DI DISTRUZIONE DEI CAPIPESCA.

  2. Hanno portato il tonno sull’orlo dell’estinzione ed ora si lamentano dei posti di lavoro persi… bisognava pensarci prima….. questa gente, per mero interesse economico ha delapidato una risorsa di per se non rinnovabile ed ora pretende che sia l’intera collettività a farsene carico. Bisogna combattere chi pratica questi sistemi distruttivi di pesca, praticati tra l’altro nei periodi un cui il tonno rosso si riproduce. Io abolirei la pesca a circuizione con le reti (che cattura la grossa parte dello stock ittico disponibile) e incentiverei la pesca con lenza e amo (ma senza l’uso del parangaro), il classico ”remiggio” che si usavava una volta….

  3. tu faresti questo faresti quell’altro, incomincia a girare a piedi senza macchina per non inquinare e invece di usare il telefonino usa i segnali di fumo :perchè non pensate a quei bambini che muiono di fame nel mondo o a tutta quella feccia che arriva da noi sui barconi?
    La gente del mare ha sempre lavorato con il sudore e con il rischio non come quei papponi di Bruxellelles ma lo sai cgìhe sulle tonnare ci mangiano tante famiglie cjhe hanno figlia carico quindi chiudete la bocca e andate a lavorare!!!!!!!!!!!!!!!!

  4. che senso ha? andare a pescare il tonno , stare 1 mese fuori di casa per guadagnare 4 o 5mila euro? oramai questo mestiere e’ finito …la quota si e’ abbassata , non volano piu’ gli aerei, il prezzo non potra’ mai piu’ salire per la crisi mondiale, oramai il tonno non e’ piu’ un lusso o una novita’ con l’ esportazione dei paesi dell’ oceano lo comprano anche ad 1 euro al kilo …………….bisognerebbe trovare un’ altra occupazione magari un lavoro da 1200 euro al mese a terra , oramai le barche da 3 e 4 miliardi questo valgono 5000 euro in un mese ………………!!!!

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