Dom. Dic 22nd, 2024

I venti di crisi soffiano anche per gli amanti del buon bere, che nel 2009 prevedono di ridurre i propri acquisti di vino, senza però rinunciare alla qualità di ciò che stappano: il 47% degli eno-appassionati italiani comprerà infatti gli stessi marchi di sempre, ma in quantità decisamente minore. La contrazione dello shopping di bottiglie in enoteca e al supermercato non sembra però riguardare le festività in arrivo: per Natale il 54% (uno su due) regalerà lo stesso numero di bottiglie dello scorso anno. Ma quanto si spenderà per i doni all’insegna di Bacco? Il 28% mette in previsione una spesa variabile tra 100 e 200 euro, il 26% conta di spendere da 50 a 100 euro. Un fortunato 21% spenderà oltre 200 euro per gli acquisti delle festività, a fronte di un 17% che spenderà da 25 a 50 euro. Solo un 8% di amanti del buon bere tireranno decisamente la cinghia, destinando alle bottiglie di Natale un budget inferiore ai 25 euro. Queste le tendenze registrate dal sondaggio – al quale hanno risposto 1.314 persone – di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli eno-appassionati in rete, e Vinitaly, www.vinitaly.it, l’evento di riferimento dell’enologia italiana.

Gli amanti del buon bere sembrano affrontare la difficile situazione economica muovendosi tra ragione e sentimento. Il 63% non ritiene che il vino sia diventato un bene di lusso, a fronte di un 37% che invece considera il nettare di Bacco un acquisto ormai appartenente all’olimpo dei beni voluttuari. Ma sono decisamente la maggioranza (58%) coloro che, a causa della congiuntura negativa, hanno già modificato o modificheranno nel 2009 le proprie abitudini di spesa, mentre il 42% manterrà invariate le sue compere. Tra coloro che hanno intenzione di rivoluzionare la propria politica di acquisti, diverse le strategie adottate: il 47% degli eno-appassionati non rinuncia alle griffe preferite, anche se sceglie di acquistare un numero ridotto di bottiglie. Insomma, si beve meno, ma senza dimenticare la qualità. La maggioranza di chi ha risposto al sondaggio decide dunque di investire in bottiglie di buon livello, scegliendo i marchi evergreen dell’enologia nazionale: ligi al motto “chi più spende meno spende”, destinano il proprio budget all’acquisto delle etichette più amate, seppur in quantità minore.

Un altro modo per risparmiare è quello di acquistare marchi diversi – a prezzi inferiori – appartenenti alla stessa denominazione: una tattica seguita dal 24% degli eno-appassionati, legati a doppio filo a precisi territori piuttosto che alle singole etichette. Ma c’è anche chi (16%) per ottimizzare il proprio budget decide di abbandonare l’enoteca in favore del supermercato, dove spesso è possibile scovare offerte e promozioni particolarmente convenienti anche sui grandi marchi. Infine, un 13% degli amanti del buon bere ha deciso di “rivoluzionare” completamente le proprie abitudini, cambiando sia il marchio sia la denominazione abituale, alla ricerca di un risparmio più consistente. Molte comunque le segnalazioni degli eno-appassionati che hanno deciso di rivolgersi direttamente al produttore, saltando così tutta una serie di passaggi che hanno il solo effetto di gonfiare il prezzo finale. Numerosi anche coloro che sottolineano di aver rinunciato decisamente agli acquisti “alla cieca”, ovvero delle etichette sconosciute: è ormai finito il tempo delle sperimentazioni, e non c’è nessuna voglia di comprare bottiglie a caso solo per la curiosità di provare qualcosa di nuovo. Di questi tempi meglio andare sul sicuro, eliminando ogni tentazione spendacciona. In tempi di austerity, lo shopping in cantina diventa meno impulsivo e più meditato, e come sempre accade in periodi di recessione, a trionfare è il classico senza tempo. Ma, seppur in tempi difficili, gli eno-appassionati non lesinano sui doni: il 54% di loro regalerà a parenti ed amici lo stesso numero di bottiglie di vino dello scorso anno. Il 37% invece ridurrà la quantità di bottiglie da regalare, a fronte di un 9% che ha addirittura intenzione di aumentarla.

Chi sono gli enonauti di www.winenews.it? Ecco il loro identikit: prevalentemente maschi (82%), il 54% di loro ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni; hanno un elevato titolo di studio (l’85% ha conseguito il diploma di scuola media superiore o la laurea), godono di un buono/ottimo livello socio-economico (imprenditore, bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, medico, agente di commercio, architetto, commerciante …).

Di Alessandro Tartaglione

Direttore Responsabile di Campania Slow | Contatto Facebook: http://www.facebook.com/a.tartaglione

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