Il viaggio in Italia non riguarda solo gli itinerari cosiddetti “classici”, attraverso i paesaggi più noti all’immaginario comune o le numerose e importanti “città d’arte”, che rendono unica ed inimitabile la storia del nostro Paese: dati e numeri evidenziano il ruolo fondamentale che il turismo enogastronomico riveste nella scelta del Belpaese come meta d’elezione per i viaggi internazionali, con i suoi 4/6 milioni di praticanti, 2,5 miliardi di volume di affari, 140 strade del vino e dei sapori, oltre 550 comuni operanti nel settore e, soprattutto, un potenziale che può ancora esprimere l’80% della sua reale capacità di sviluppo. A questo proposito, le Città del Vino con il Presidente Valentino Valentini hanno riscontrato una piena sinergia di intenti con il team guidato da Michela Brambilla, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al turismo, durante un colloquio che si è svolto in questi giorni. Nel corso dell’incontro è stato individuato come obbiettivo prioritario la necessità di elaborare una strategia comune che permetta al turismo e agli itinerari enogastronomici di sviluppare al meglio le potenzialità ancora inespresse.
I dati del turismo enogastronomico italiano – secondo l’analisi del Censis Servizi Spa, che ogni anno elabora l’ “Osservatorio sul turismo del vino” per conto delle Città del Vino, l’associazione dei comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia – disegnano una realtà nazionale in cui ristrettezze finanziarie, condizioni ambientali e contrasti di gestione tra pubblici e privati influenzano in maniera del tutto negativa la quantità e qualità delle offerte. “Perché quest’offerta così varia e diversificata possa acquistare visibilità e carattere unitario – sottolinea Valentino Valentini – occorre elaborare una comune strategia di marketing e promozione, a partire da una maggiore specializzazione di ciascuna realtà, che si concentri esclusivamente sulla natura del prodotto, agroalimentare o vinicolo, che la distingue dalle altre. Il passo successivo riguarda tutto ciò che ruota intorno alla qualità del prodotto che deve essere elevato allo stesso grado di eccellenza. Segmentare proposte e tipologie di offerta è fondamentale perché ogni singola realtà mantenga la sua identità e allo stesso tempo sia facilmente individuabile e fruibile dalla maggioranza dei suoi potenziali visitatori. Se queste strategie risultano alla portata delle realtà già da tempo affermate, possono rappresentare dei validi suggerimenti per quelle che invece sono ancora alla ricerca di un successo conclamato, e che debbono continuare a stimolare in modo indifferenziato il loro patrimonio enogastronomico e paesaggistico”.
Il turismo enogastronomico rappresenta un’esperienza unica e inseparabile dai luoghi in cui avviene: l’ambiente e la forte identità con il territorio sono la base da cui partire per elaborare una strategia di offerta integrata, dove accanto alla qualità delle produzioni tipicamente locali trovi posto anche la qualità della vita, la cucina, la cultura. Grazie all’incredibile varietà dei prodotti e della realtà italiana, lo sviluppo del turismo enogastronomico suggerisce sempre più una strategia di offerta diversificata, strettamente legata all’identità di ciascun luogo, unico ed inimitabile.
A testimoniare il successo del turismo enogastronomico in Italia, basta osservare come, sull’esempio dell’esperienza tutta italiana delle “Strade del Vino”, le istituzioni europee e i paesi grandi produttori di vino puntano sempre più ad incrementare lo stretto legame del turismo con i territori, i vini e la tipicità dei prodotti. Ma in nessun paese come l’Italia, il turismo enogastronomico ha assunto una fisionomia così diffusa e consistente: una ventina di leggi nazionali, 140 strade già operanti e normativamente deliberate, 1.300 comuni attraversati da questa rete capillare che comprende quasi 400 denominazioni territoriali di vini, 4.133 ristoranti, 32.972 prodotti vinicoli e 3.313 cantine.