Gio. Dic 19th, 2024

Non c’è dubbio che la Campania del vino stia letteralmente esplodendo. Ma per spiegare la portata di questo processo, serve solo in parte far riferimento al numero record di Tre Bicchieri, ben 16 in questa edizione, o al gruppo di vini approdati alle finali Vini d’Italia Gambero Rosso 2009. Un boom solo in parte inatteso: quasi mille campioni assaggiati, circa 200 aziende partecipanti alle degustazioni, tanti vini che hanno ottenuto due bicchieri e non sono stati inseriti.

Numeri che rendono sempre più difficile ma anche entusiasmante il lavoro di selezione e aprono il campo ad un’inedita dialettica tra realtà vecchie e nuove, mostri sacri e outsider, grandi corazzate e piccoli garage. Basta dare un occhio alla lista dei premiati, mai come questa volta racconto di territori, filosofie produttive e stili a dir poco variegati. E’ ancora una volta la provincia di Avellino a fare la parte dal leone, grazie anche ad una serie di annate “giuste” per le tre Docg irpine. Da una vendemmia classica come la 2004, si affacciano all’onor dei Tre Bicchieri tre Taurasi molto diversi fra loro: il monumentale Vigna Cinque Querce di Molettieri, l’elegantissima interpretazione di Contrade di Taurasi e quella moderna ma rigorosa del Naturalis Historia di Mastroberardino. La storica cantina di Atripalda è l’unica a bissare il massimo riconoscimento grazie ad una magistrale interpretazione dell’annata 2007, quel Novaserra a cui fanno ottima compagnia il Greco di Tufo di Pietracupa e il Cutizzi di Feudi di San Gregorio. Ancora più agguerrita l’hit parade del Fiano di Avellino ’07 che schiera in testa due meravigliose espressioni del terroir di Lapio, Colli di Lapio e la new entry Rocca del Principe. Splendida eredità della controversa annata 2006 è invece il Fiano di Avellino Vigna della Congregazione di Villa Diamante, di nuovo al top.

Se l’Irpinia non è più una sorpresa, si deve necessariamente parlare di strepitoso exploit per la provincia di Caserta, un risultato ottenuto attraverso le multiformi anime delle sue sottozone. Dalle vigne di Cellole ritroviamo in grande forma il Falerno del Massico Camarato ’04 di Villa Matilde, mentre il vulcano spento di Roccamonfina fa da padrino all’ennesimo Tre Bicchieri del Terra di Lavoro, in versione ’06. Il Gladius ’06 accende i riflettori sulle potenzialità del distretto di Galluccio e consegna il primo alloro ad Adolfo Spada, le Colline Caiatine rispondono inserendo per la prima volta Terre del Principe e il suo Pallagrello Nero Ambruco ’06 nell’olimpo regionale. La forza del Sannio è tutta concentrata nella migliore versione di sempre del Taburno Aglianico Bue Apis, annata 2004. La provincia di Salerno è rappresentata ai piani alti ancora una volta dal Montevetrano ’06 e dal Fiorduva ’07, sempre più vino bandiera di una zona in straordinario fermento come la Costa d’Amalfi, fucina di nuovi ed agguerriti talenti.

Ecco l’elenco completo:
Ambruco ’06 Terre del Principe
Costa D’amalfi Fiorduva ’07 Marisa Cuomo
Falerno Del Massico Camarato ’04 Villa Matilde
Fiano di Avellino ’07 Colli di Lapio
Fiano di Avellino ’07 Rocca del Principe
Fiano di Avellino Vigna Della Congregazione ’06 Villa Diamante
Gladius ’06 Tenuta Adolfo Spada
Greco di Tufo ’07 Pietracupa
Greco di Tufo Cutizzi ’07 Feudi di San Gregorio
Greco di Tufo Novaserra ’07 Mastroberardino
Montevetrano ’06 Montevetrano
Taburno Aglianico Bue Apis ’04 Cantina del Taburno
Taurasi ’04 Contrade di Taurasi
Taurasi Naturalis Historia ’04 Mastroberardino
Taurasi Vigna Cinque Querce ’04 Salvatore Molettieri
Terra Di Lavoro ’06 Galardi

Di Alessandro Tartaglione

Direttore Responsabile di Campania Slow | Contatto Facebook: http://www.facebook.com/a.tartaglione

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