Sab. Dic 21st, 2024

L’Associazione Enologi Enotecnici Italiani – Assoenologi, ovvero l’organizzazione nazionale di categoria (fondata nel 1891) che rappresenta i tec-nici del settore vitivinicolo attivamente impegnati nel settore, di cui oltre il 40% inquadrati con mansioni decisionali in aziende private e cooperative, come ogni anno, all’inizio della vendemmia, sviluppa le sue prime previsioni, valide sino a fine ottobre, periodo in cui saranno resi noti i valori definitivi.

Siamo di fronte ad una vendemmia che divide l’Italia in due. Lo scorso anno il Centro-Sud fece registrare una produzione fortemente deficitaria rispetto a quella del Nord Italia. Quest’anno si verifica invece un capovolgimento della situazione. Infatti le prime previsioni danno un leggero decremento nel Centro-Nord – afferma il dottor Giuseppe Martelli, direttore generale dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani – ed un deciso incremento nel Centro-Sud, ad eccezione della Sardegna. Questo a causa del verificarsi delle difficili condizioni climatiche e meteoriche che si sono protratte in tutte le regioni mediamente fino alla fine di giugno. L’inverno è decorso con temperature miti e con giuste precipitazioni, che hanno permesso un buon germogliamento ed una regolare cacciata. La primavera, soprattutto nel Centro-Nord, è stata caratterizzata da continue e persistenti precipitazioni che, accompagnate da basse temperature, hanno ostacolato le di-verse fasi vegetative della vite, riportando le epoche di maturazione nella media pluriennale.
Infatti – continua Giuseppe Martelli – nel Nord del Paese si registrano produzioni di vivo interesse qualitativo, ma leggermente deficitarie (Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia Giulia), mentre in Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna la produzione si attesta sui livelli del 2007.

I tempi della vendemmia 2008 possono essere così riassunti – continua il direttore generale di Assoenologi – La raccolta delle varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) è iniziata nella prima decade di agosto in Sicilia, nella seconda in Puglia, mentre nel Centro-Nord nell’ultima. Il pieno della vendemmia è previsto nella seconda metà di settembre. I conferimenti termineranno, per la stragrande maggioranza delle uve, entro il 15 di ottobre. Su tutto il territorio nazionale, la vendemmia si concluderà alla fine del mese di ottobre con la raccolta delle ultime uve di Raboso e Cabernet nel Veronese, di Nebbiolo in Valtellina e di Cabernet, Petit Verdot e Sangiovese in Toscana, mentre nell’Avellinese si protrarrà fino alla prima decade di novembre, quando saranno effettuati gli ultimi conferimenti delle uve di Aglianico.

Quantitativamente parlando – assicura Giuseppe Martelli – l’elaborazione dei dati fa ipotizzare che la produzione di uva possa complessivamente oscillare tra i 62 e i 65 milioni di quintali che, applicando il coefficiente me-dio di trasformazione del 73%, danno circa 46 milioni di ettolitri di vini e mosti, con un incremento produttivo di circa l’8% rispetto al 2007, che fece segnare una produzione di 42,6 milioni di ettolitri.
Per avere un’idea dei livelli di produzione 2008 occorre necessariamente confrontare le quantità previste con le medie degli ultimi anni, che danno 50,6 milioni di ettolitri per il decennio 1998/2007, 48,1 milioni di ettolitri per il periodo 2001/2007 e 47,6 milioni di ettolitri per il triennio 2005/2007.

Qualitativamente parlando – aggiunge il direttore generale di Assoenologi – nonostante l’andamento bizzarro delle condizioni climatiche e meteoriche la qualità è complessivamente buona con diverse punte di ottimo soprattutto per i vini bianchi e le uve base spumanti al Nord e per tutte le tipologie al Centro-Sud. La qualità è comunque alquanto eterogenea, a macchia di leopardo, nel senso che in una stessa regione il medio si scontra con l’ottimo ed i il buono con l’eccellente. A tutt’oggi (6 settembre) è stato conferito alle cantine poco più del 20% delle uve, nella stragrande maggioranza bianche e principalmente di varietà precoci. Per quanto attiene le uve a bacca rossa, in cantina è stato portato meno del 5% del totale e per la qualità dei futuri vini tutto dipenderà dall’andamento climatico del mese di settembre che, se decorrerà nel modo più opportuno, ovvero con giornate ricche di sole, scarse di pioggia e con buone escursioni termiche notturne, si potranno raggiungere livelli interessanti, in caso contrario ci dovremo accontentare di un’annata buona ma senza particolari picchi.

Di Alessandro Tartaglione

Direttore Responsabile di Campania Slow | Contatto Facebook: http://www.facebook.com/a.tartaglione

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