Ven. Nov 22nd, 2024

Rimbalza come un boomerang la provocazione, lanciata dall’Associazione Pizzaioli Napoletani, di un prezzo “politico” per la pizza. In occasione di un’iniziativa tenutasi in piazza a Napoli, nei giorni scorsi, il presidente dell’Associazione Pizzaioli Napoletani, Sergio Miccù, aveva affermato che “una margherita non dovrebbe costare più di 3,50 euro“.

Una protesta contro il “caro pizza” che ha provocato l’immediata reazione dell’Associazione Verace Pizza Napoletana e dei suoi associati. “Queste affermazioni denotano una totale mancanza di conoscenza sui costi di gestione di un’azienda – sottolinea Antonio Pace, presidente dell’AVPN che, da oltre 25 anni, tutela il prodotto verace pizza napoletana in Italia e nel mondo – Sembrano, al contrario, uno slogan tirato fuori da qualcuno per farsi facile pubblicità. Si tratta di affermazioni destinate a provocare disappunto tra le aziende che operano nel settore, in tutta Italia, in quanto creano un’aspettativa impossibile a realizzarsi. Stiamo parlando, ovviamente, di aziende sane, che agiscono nel pieno rispetto della normativa vigente, che pagano il proprio personale in base al contratto nazionale di lavoro, che emettono regolari fatture. Di fronte a costi di gestione fissi enormi, parlare di politica dei prezzi rappresenta un’autentica assurdità. L’unico modo in cui l’Associazione Pizzaioli Napoletani può attuare una simile strategia di “basso costo” della pizza è riducendo il compenso dei propri pizzaioli. Forse è questa la vera notizia che volevano lanciare! In caso contrario, li invitiamo ad astenersi dal parlare, con tanta leggerezza, di argomenti che possono soltanto provocare turbativa sul mercato. ”

“Abbiamo ricevuto moltissime telefonate di protesta dei nostri associati- ribadisce Massimo Di Porzio, Presidente dell’Associazione dei Ristoratori di Napoli e Provincia, nonchè Direttore Generale dell’AVPN – Non dobbiamo dimenticare, infatti, che sul prezzo di una pizza incide molto di più il fitto del locale del costo della mozzarella. Pensare, quindi, che il costo di una margherita possa dipendere esclusivamente dal costo delle materie prime è un’assurdità. La qualità non si tutela certo abbassando i prezzi ma mantenendo alti gli standard di produzione del prodotto pizza. Basti pensare che il disciplinare VPN prevede l’utilizzo esclusivo di prodotti campani di eccellenza, con precise schede tecniche, a dimostrazione che la qualità della pizza è prioritaria per l’Associazione. Da qui a parlare di “prezzo politico”, però, ce ne corre”.

Di Alessandro Tartaglione

Direttore Responsabile di Campania Slow | Contatto Facebook: http://www.facebook.com/a.tartaglione

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